Essere “liberi” è il solo modo per essere davvero vivi.
Desiderare la libertà è l’unico modo per evolversi, per liberarsi dai condizionamenti e dall’ignoranza che forma delle sabbie mobili invisibili e velenose. Tante volte, già da ragazza, mi sono chiesta cosa fosse davvero la libertà; sicuramente non è vivere nell’egoismo e nel menefreghismo nei confronti degli altri. Da adulta l’ho capito razionalmente e filosoficamente, ma anche allora lo sentivo istintivamente, nella pancia e nel cuore.
Si pensa sempre alla libertà come a qualcosa che ci consente di esprimere noi stessi, pienamente e senza limiti. Però, non ci chiediamo mai cosa sia questo “noi stessi”. Se fin da bambini siamo condizionali, ammaestrati e addomesticati dalla società, come scimmiette in gabbia, allora il nostro “noi stessi” da adulti è principalmente il risultato di questo “addomesticamento”.Il nostro vero “noi stessi” è ancora li, in un angoletto oscurato da una personalità che – bene o male – è quella che altri hanno voluto che fosse. Altri e… non noi. Allora la vera libertà – e non il semplice fare quello che vogliamo in uno spazio recintato – è prima di tutto scoprire chi siamo davvero, scrollandoci di dosso tutto quello che non ci rappresenta e che abbiamo accettato per quieto vivere.
Essere noi stessi! Non quel “noi stessi” che ci è stato cucito addosso quando non potevamo ancora reagire, ma il nostro vero essere!
Questo, secondo me e per la mia esperienza, significa camminare su una strada che può portare a una reale e non fittizia liberazione.
Credo che siamo stati ingannati in tutti i modi possibili. Ad esempio, le religioni hanno creato delle regole basate sulla formula: peccato = punizione divina. È stato fatto per controllarci meglio? Oppure per spingere un’umanità “selvaggia” verso i concetti di giusto e sbagliato?Forse non importa il perché. Questa “educazione da “branco” genera persone in catene e non libere.
Il concetto di buono e giusto non può essere collegato a ciò che facciamo, ma a ciò che siamo come persone e a ciò che abbiamo realizzato al nostro interno.Quindi, non dovremmo essere condizionati a crescere attraverso il sistema di carota-bastone, premio-castigo, ma educati a comprendere e realizzare i principi che stanno alla base di un vivere giusto, nell’esercizio di un vero e non ipotetico libero arbitrio.
Possiamo osservare come spesso – coloro che sottostanno ai codici morali di una certa cultura – siano giusti, amorevoli e buoni, principalmente nei confronti di coloro che seguono la medesima regola; mentre con molta facilità trasformano in nemici coloro che sono estranei al loro pensiero. Questa visione produce conflitto e distanza tra gli uomini ed è purtroppo alla base di ogni ambiente sociale, perché le sue origini affondano in un passato lontano, che ha colorato interamente e per secoli il nostro presente.
Se vogliamo essere veramente liberi, non dobbiamo temere di nuotare controcorrente.Se abbiamo paura del giudizio degli altri, se temiamo di essere isolati, non possiamo realizzare un vero stato di libertà. Eppure, quello che ho potuto osservare negli anni è che le persone, quando rinunciano a sé stesse pur di essere accettate, sono ancora più sole e isolate. Diventano tristi, pur cercando in ogni modo di non badarci. Tristi e sempre più spente, perché si accorgono che gli altri non accettano veramente ciò che sono, ma solo l’immagine creata per essere accettate: la scimmietta ammaestrata che salta e si lascia vestire in modo buffo per divertire i suoi padroni.
Senza libertà non si può amare davvero, amare di un amore che non nasce dal bisogno.
È impossibile, perché l’amore si sviluppa nella consapevolezza di sé stessi, nella comprensione delle difficoltà altrui e non può fiorire quando ci si sente segregati in un carcere virtuale, dove ci è concesso solo quello che rientra nelle regole.
L’amore di una persona libera è tale, indipendentemente dal comportamento degli altri; è un amore che nasce dal fatto che si vedono gli altri per quello che sono e li si accetta così, prima di ogni brutale giudizio e di ogni settaria segregazione.La relazione fra amore e libertà è molto stretta. Questo è ciò che penso e che ho osservato.
Chi è veramente libero impara a non giudicare, perché non vive la costante e rabbiosa pressione che deriva dal sentirsi in gabbia nella vita. Il giudizio è un’arma a doppio taglio: più si giudica, più si teme il giudizio altrui, in una spirale senza fine che divide e allontana sempre più gli uni dagli altri.Come conquistare uno stato interiore di libertà?La domanda: “Chi sono io?” è alla base della ricerca interiore.
La vita delle persone è talmente complessa dal far si che questa domanda sia secondaria, sepolta sotto la necessità di non sentirsi soli, di appartenere a qualcosa o qualcuno, di sapere che possiamo appoggiarci agli altri, per avere sicurezze, punti di riferimento e combattere la paura.
Anche se in cuor nostro vorremmo cambiare, accettiamo ogni giorno relazioni basate sull’interesse, per non rimanere soli, per ottenere alleanze e appoggi.
Essere liberi ci renderebbe capaci di trovare le risposte alle domande esistenziali e di fare scelte di vita in linea con ciò che man mano realizziamo e amiamo. Possiamo anche scegliere di rinunciare ad alcuni aspetti della nostra libertà per amore di qualcuno.
Questa può essere un’espressione di amore; ma è diverso farlo per ottenere in cambio qualcosa: in questo caso è meglio parlare di uno scambio, una sorta di mercificazione, nulla a che vedere con l’amore.
In alcuni ambienti, come nel mondo del lavoro, il compromesso è normale; ma il lavoro è dichiaratamente basato su uno scambio e ciò non implica assenza di libertà, ma strategia commerciale (quando non si violano le più elementari regole di una vera Etica).
La libertà, anche nella sua accezione più semplice, sarebbe una condizione fondamentale in una società evoluta, ma è davvero vitale per chi vuole crescere interiormente o spiritualmente.
Un Ricercatore deve poter cercare ovunque il suo intuito lo porti.È paradossale, ma in alcuni ambienti di cosiddetta ricerca interiore e spirituale esiste la stessa assenza di libertà che altrove e anzi, da parte di tanti “guru”, non si osserva il desiderio di spingere le persone verso una libera ricerca.
Ma… le persone… desiderano davvero essere libere?Essere liberi richiede coraggio e assunzione di responsabilità, non perché non si debba più ascoltare il consiglio degli altri, o ricevere e offrire aiuto e collaborazione, ma perché non si è più disponibili ad addossare agli altri le colpe del risultato dei nostri pensieri e delle nostre azioni.
È una decisione forte. È il passaggio dall’adolescenza alla maturità.
Sentirsi liberi è qualcosa di splendido.
Non dipendere più dalla paura dei giudizi, dal peso dei compromessi, dalle sabbie mobili delle relazioni obbligate, genera una forza e una leggerezza stupefacenti.Credo che spesso le persone avvertano la libertà come qualcosa di proibito, come se ci fosse dell’egoismo di cui vergognarsi, non rendendosi invece conto che solo così è possibile acquisire una vera capacità di altruismo.
La libertà non è egoismo. Non è fare quello che si vuole a discapito degli altri.
Per Liberarci dobbiamo lasciare andare i condizionamenti, i bisogni e le paure. Quando ci riusciamo, sentiamo improvvisamente un alleggerimento dal peso enorme che prima ci schiacciava al suolo.
Se accade veramente, scopriamo una cosa straordinaria: abbiamo poca voglia di affermare il nostro ego, di vincere qualcosa, di conquistare territori, di imporre regole.
Avvertiamo soprattutto il desiderio di abbracciare e condividere con gli altri questo principio prezioso e unico, che attraversa le profondità dell’universo e vibra dentro di noi: la Libertà.