Esiste una reale differenza tra una goccia d’acqua e l’intero oceano? Chimicamente no! Eppure, mentre giochiamo fra le onde, non siamo portati a percepire uno spruzzo d’acqua come se fosse il mare nel suo assieme. Questo è un fatto.
Esiste una reale differenza tra il nostro corpo e tutta la vita che ci circonda? Il carbonio è alla base di tutta la vita sul nostro pianeta. Da un certo punto di vista tutto ha una sola matrice. Eppure, nessuno s’identifica in una pianta o in un animale. Perché?
Se l’oceano e la goccia possedessero una coscienza specifica, cosa li renderebbe diversi? Che differenza ci sarebbe nel dialogare con l’oceano Atlantico in sé, piuttosto che con una sua singola goccia?
La differenza risiederebbe nell’ampiezza di consapevolezza e conoscenza che li contraddistinguerebbero, non è così? L’oceano, nella sua vastità, avrebbe coscienza di tutto ciò che accade in ogni parte della sua ampiezza e profondità, mentre la goccia potrebbe raccontarci solo e unicamente di ciò che vive nel suo piccolo spazio.
Anche la durata della vita sarebbe diversa. Una goccia appare per un breve tempo, poi ritorna all’oceano, mentre quest’ultimo rimane complessivamente ciò che è per un tempo apparentemente infinito.
Cos’è un essere umano? Oltre la specificità caratteriale di ognuno… cos’è un essere umano? Ognuno, soffermandosi nel silenzio di un ascolto interiore, credo percepisca di essere parte di “qualcosa”, una goccia contenuta in un più vasto oceano. Ma, questa singola goccia, non è come una goccia d’acqua, perché è – o può essere – consapevole di sé stessa, in relazione al più vasto oceano. Ancor più, essa può – o potrebbe – diventare consapevole di una o più parti dell’oceano che la contiene.
Noi non siamo solo chimica. La base di carbonio che sottende alla vita del pianeta riguarda la materia che lo compone. Ma… la coscienza? La Mente? Non il pensiero, ma… la Mente? Non le singole e momentanee percezioni, ma… la coscienza che può divenire autocosciente della parte e del tutto (o di sue porzioni)?
Se la goccia guarda solo al centimetro in cui vive non può formare in sé una consapevolezza più dilatata e la sua coscienza non si espande. Quando percepiamo il nostro corpo e i nostri pensieri come fossero il “tutto”, non possiamo espanderci. Noi stessi delimitiamo lo sguardo e quindi ogni possibile e ulteriore percezione.
Il nostro corpo fisico è chimicamente simile a ciò che lo circonda. La nostra energia, il nostro “corpo energetico” è in contatto con l’energia di tutto ciò che lo circonda. Tutto pulsa, contraendosi ed espandendosi.
E la coscienza?
Noi diventiamo coscienti e consapevoli di ciò che osserviamo, che tocchiamo, che assorbiamo; non solo tramite i nostri sensi ma – soprattutto – attraverso la Mente e la nostra Sensibilità Originaria. La Mente deve spostarsi verso ciò che ancora non conosce ma di cui intuisce l’esistenza, affinché le percezioni seguano questa direzione, come antenne direzionate per captare nuovi stimoli provenienti dallo spazio profondo.
Così, progressivamente, la goccia percepisce d’esser parte dell’Oceano e mentre la sua materialità rimane circoscritta, la sua coscienza percettiva si dilata vero le profondità del mare e oltre i confini precedentemente percepiti.
Quando sedete, in meditazione, a riposo, o in un bar, da soli e in osservazione, immobilizzate il vostro corpo. Non producete il minimo movimento; rendete il respiro lieve e non disturbante. A occhi aperti, o chiudendoli, percepite lo spazio vuoto che vi separa da ciò che vi circonda. Poi siate nel corpo e immaginatelo come brulicante di vita: atomi, luce, particelle vibranti. Poi espandetevi nel vuoto che vi separa dalle forme. Cessate di credere nella densità della forma. Espandete la Mente verso l’ignoto, verso il non limitato e il non formale.
E quietamente, senza pretese… divenite l’Oceano.