Cosa è la Meditazione?
Si parla tantissimo di Meditazione ma quanti hanno capito davvero di cosa si tratta?
La Meditazione è una tecnica o una condizione mentale?
E quale differenza esiste tra i vari tipi di Meditazione?
Cerchiamo di fornire una spiegazione semplice a chiara.
Il termine meditazione nella nostra lingua è fuorviante, perché richiama l’idea di “riflettere”, ossia di pensare. Ormai la definizione è talmente in voga che modificarla può creare solo confusione, ma in realtà questa pratica non implica l’uso del pensiero. Si basa sull’educazione alla concentrazione e alla consapevolezza del momento presente. Non è nemmeno esatto affermare che lo scopo della Meditazione sia l’annullamento momentaneo dei pensieri. Questo calmante fenomeno, ossia la riduzione dei pensieri meccanici e ripetitivi, è un evento che si manifesta attraverso la pratica, ma non è lo scopo principale della Meditazione. Il suo scopo principale è quello di produrre uno stato di profonda consapevolezza e di lucida presenza pienamente cosciente di sé.
La meditazione è una pratica o uno stato di coscienza? È giusto dire: “Pratico meditazione”? Oppure è più giusto dire: “Sono in meditazione”, intendendo con questo che ci troviamo in una condizione psicofisica diversa dall’ordinario?
Sono giuste entrambe le cose. La meditazione è una pratica che permette di ottenere lo stato meditativo. Non è matematico che praticando meditazione si sperimenti sempre uno stato meditativo. La sua pratica però sviluppa capacità e possibilità che non si manifestano in altro modo, se non attraverso circostanze occasionali e non volontariamente ripetibili.
Cosa intendiamo con stato meditativo?
Si tratta di una condizione nella quale non siamo persi nell’immaginazione ma siamo invece pienamente coscienti del momento, in uno stato di calma stabile e ricettiva, attraverso cui si produce una potente rigenerazione psicofisica e un’immersione all’interno di sé.
Forme diverse di meditazione
Esistono forme diverse di meditazione, che provengono da tradizioni altrettanto differenti. Ovviamente non parliamo di sistemi moderni nati prevalentemente a scopo di business, ma di tradizioni antiche. Lo scopo delle forme diverse di meditazione è sempre lo stesso, ossia quello di ottenere la condizione meditativa, vale a dire una calma e serena osservazione e un profondo stato di equilibrio e stabilità interiori.
L’Oriente è stato il maggior produttore di tecniche meditative, sebbene non siano mancate nemmeno in Occidente. L’India, il Tibet, la Cina e il Giappone, però, sono le regioni che hanno maggiormente conosciuto lo sviluppo dei procedimenti meditativi. Anche all’interno di queste nazioni (come in altre), sono esistite scuole diverse che hanno presentato metodi e approcci differenti.
È importante scegliere un metodo rispetto a un altro?
Nella cultura Orientale il metodo è subalterno a chi lo insegna. Vale a dire che ogni metodo può essere efficace se l’insegnante è competente e avanzato, se ha ottenuto interiormente ciò per cui la Meditazione è nata. Questo è logico, perché nessuna guida può condurci in un territorio che lei stessa non conosce perfettamente. Quello che un principiante cerca nella meditazione deve vederlo riflesso nel suo insegnante.
Meditazione e Meditazione profonda
Con il termine di Meditazione profonda ci riferiamo sia agli stati di coscienza più profondi, sia al tipo di insegnamento che può favorirne l’esperienza. Parliamo di “tipo di insegnamento” perché questo è molto importante. L’insegnamento è l’insieme delle tecniche usate e dell’abilità della guida nel condurre gli allievi a superare le difficoltà e scoprire i segreti della pratica. Quindi non è solo qualcosa di “tecnico”. Se un insegnante non ha sperimentato la Meditazione profonda e non ha lui stesso compreso come arrivarci, non è di molto aiuto.
La meditazione come pratica permette di ottenere calma, equilibrio interiore, concentrazione e maggiore serenità. La Meditazione profonda è un passaggio successivo e ha lo scopo di condurre alla scoperta del nostro potenziale umano inesplorato e non espresso. La Meditazione profonda tocca la natura spirituale dell’essere umano e permette di superare alcuni limiti propri a tutti.
Parliamo di Meditazione profonda quando riusciamo a toccare stati di coscienza che ci portano oltre la consueta percezione del tempo e ben oltre la semplice capacità di concentrarsi.
Gli effetti sull’organismo
Per quanto riguarda gli effetti della Meditazione sull’organismo prepareremo un articolo più specifico, riportando anche interessanti studi scientifici al riguardo. Qui ci limitiamo a ricordare che quello che chiamiamo “essere umano” non è un insieme di parti, ma un complesso unitario, in cui ogni parte interagisce su tutte le altre. Questo naturalmente è conosciuto da molto tempo, soprattutto per quanto riguarda l’anatomia e la fisiologia corporee. Un po’ meno risaputo – e certamente non sufficientemente considerato – è l’effetto che la mente e le emozioni hanno sul nostro organismo fisico.
Uno stato mentale ed emozionale prevalentemente negativi, le continue preoccupazioni e lo stress, accentuano la nostra predisposizione ad ammalarci. Anche questo è un fatto noto, sebbene non ancora pienamente compreso nella sua assoluta importanza. È però poco noto l’aspetto al positivo di questa semplice equazione, ossia il fatto che una mente positiva e una condizione emozionale equilibrata e serena sono in grado di influire sul corpo fisico rendendolo più forte e resistente.
In altre parole, tutti sanno che ci possiamo ammalare per la sofferenza psicologica, o la rabbia. Il noto detto “mangiarsi il fegato”, ne è una chiara testimonianza popolare. Però, non si è ancora abbastanza compreso come una mente equilibrata e positiva possa influenzare beneficamente anche le nostre funzioni organiche, proteggendole maggiormente dall’insorgere di vari squilibri e facilitando anche le possibili guarigioni.
Curare la mente per curare il corpo è un assioma che possiede una reale oggettività, sempre più studiata anche a livello di ricerca scientifica. Ovviamente ci riferiamo a qualcosa di meno superficiale del detto: “Pensa positivo”. Si tratta di realizzare una condizione personale di armonico equilibrio emozionale e mentale, che non si ottiene certo con qualche formuletta.
La Meditazione, e in particolar modo la Meditazione profonda, genera reali cambiamenti nel complesso della struttura psicofisica umana, producendo una risposta organica oltre che psichica. Questo naturalmente non significa che renda immuni a qualsiasi malattia o aggressione esterna alla salute, ma sicuramente rinforza l’organismo e nel modo più assoluto elimina le tendenze autodistruttive che noi stessi inneschiamo attraverso disarmonie di vario genere.
La meditazione ha collegamenti religiosi?
Molte persone si chiedono se la Meditazione implichi collegamenti religiosi propri alle culture di provenienza; ad esempio, si parla di meditazione buddhista e meditazione induista. Questo significa che per praticare meditazione si deve aderire a qualche particolare visione religiosa?
Assolutamente no!
È vero che la meditazione è utilizzata da religioni orientali, ma essa non implica la professione di alcuna religione. La Meditazione non ha collegamenti religiosi, perché è essenzialmente un procedimento tecnico per ottenere una condizione mentale e interiore di maggiore autocoscienza.
Naturalmente esistono organizzazioni, singoli o gruppi che, appartenendo a qualche ambito religioso, comunicano questo genere di pratiche come corollario di una specifica visione religiosa. Si tratta in questo caso di una scelta specifica di una categoria di persone, che non ha nessuna relazione diretta con la pratica della Meditazione in sé. La Meditazione è tecnica e approccio alla concentrazione, alla consapevolezza e all’interiorità.
Meditazione e spiritualità
Per quale ragione, allora, la meditazione è spesso associata alla spiritualità? Per capire questo aspetto dobbiamo analizzare il concetto di spiritualità. La spiritualità e la religione sono due cose diverse. La religione, intesa come professione di fede e adesione ad una struttura organizzata (piccola o grande), è un fenomeno diverso dalla spiritualità.
La spiritualità è il bisogno interiore di esplorare i lati nascosti della vita e della realtà, e nasce dalla percezione intuitiva che non esiste solo la materia, così come la conosciamo. La spiritualità è un fenomeno profondamente personale e soggettivo, che non ha nulla a che fare con regole, dogmi, credenze e rituali culturali.
Per fare un esempio, possiamo fare il paragone fra amore di coppia e matrimonio. L’amore è un fenomeno personale e interiore, che non implica carte da bollo, certificati, leggi e rituali (religiosi o civili), come esistono nel matrimonio. L’amore tra due persone non può essere istituzionalizzato, il matrimonio si. Può esistere matrimonio senza amore e può esistere vero amore senza matrimonio.
Analogamente, professare una religione non significa essere necessariamente persone spirituali. Un individuo con una propensione alla spiritualità può sentirsi estraneo a qualsiasi fede religiosa. Analogamente, una persona che aderisce ad una religione può anche essere un individuo spirituale.
In altre parole, spiritualità e religioni istituzionalizzate, sono due cose diverse.
Meditazione e spiritualità spesso convivono, perché gli individui che cercano una forma di contemplazione, di pace interiore, di scoperta del loro potenziale interiore, sono spesso persone con una propensione alla spiritualità. Naturalmente stiamo usando dei termini che possono avere significati diversi per ognuno, senza approfondire argomenti che abbiamo ampiamente trattato nei nostri libri.
Meditare per sentirsi meglio
Ma la meditazione può essere praticata solo per sentirsi meglio? Se essa è nata per condurci a una maggiore autocoscienza, meditare per dormire meglio, meditare per superare lo stress, meditare per sentirsi più rilassati, non è un errore?
Meditare per sentirsi meglio non è un errore, come non lo è usare una Ferrari per andare a trovare i parenti, anche se la Ferrari nasce per fare gare. Chiunque ha il diritto di usare qualsiasi strumento e ogni conoscenza per migliorare le sue condizioni di vita, anche se lo strumento che usa può offrire molto di più.
Meditare per sentirsi meglio è un ottimo modo per avvicinarsi a qualcosa che può trasformare la nostra esistenza in un’esperienza più completa e serena. Molte persone praticando scoprono in seguito che ricevono più di quanto pensavano, e per questo iniziano anche a interessarsi degli aspetti più profondi e interiori. Non esiste una regola e ognuno deve far propria l’esperienza della meditazione in base a ciò che sente nascere al proprio interno.
Come e dove imparare
Come e dove imparare? La risposta sarebbe la più elementare: dove esiste un insegnante competente! Purtroppo, per chi è agli inizi, non è facile distinguere la competenza su un argomento di non immediata comprensione. Per questa ragione possiamo offrire alcuni consigli.
Ovviamente, partiamo con il presentare la pagina dalla quale è possibile effettuare una prova gratuita nella nostra Scuola: https://www.innerinnovationproject.com/shop/sessioni-di-meditazione/
Bene, fatta questa dovuta precisazione, iniziamo con 2 semplici consigli.
1 Chi cerca la meditazione per ottenere un benessere generale dovrebbe tenere presente che un insegnamento semplice è la cosa migliore. Alcuni insegnanti sanno adattarsi poco ai loro allievi e tendono a comunicare solo ed esclusivamente in base alla loro specifica esperienza. Altri, invece, sono più bravi nel capire di cosa ha bisogno chi inizia. Questo è il primo consiglio: evitare i luoghi dove chi insegna è poco disponibile ad ascoltare le difficoltà dei principianti e tende a riprodurre schematicamente quello che insegna.
2 Chi cerca la meditazione per capire di più se stesso o per ragioni spirituali, deve stare semplicemente attento a non cadere nella rete degli improvvisati, dove si mischiano concetti astrusi di ogni genere e l’insegnante “veleggia nel mondo dei sogni”. La meditazione vera è qualcosa di concreto. Le teorie sono meno importanti della pratica. Allo stesso modo suggeriamo di evitare scuole o singoli insegnanti che enunciano “verità indiscutibili” e dove manca il rispetto e l’attenzione nei confronti delle persone. I dogmi sono l’antitesi della meditazione.
La Meditazione, quella vera, non si impara in una settimana. È un percorso progressivo che può svelare meravigliose prospettive di vita, ma richiede pazienza e perseveranza. All’inizio sembra difficile, soprattutto quando si pratica da soli. Non ci si deve assolutamente scoraggiare, perché può veramente cambiare l’esistenza di una persona. Quando si è capaci di accedere allo stato meditativo, questo influisce su tutto ciò che facciamo, rendendoci più forti, calmi e centrati, anche nelle situazioni disarmoniche, come quelle che viviamo dall’inizio della pandemia ad oggi.
Imparare da soli è molto difficile. È meglio se ci si affida ad un insegnante esperto. È possibile anche da autodidatti, ma ad un certo punto, senza un a guida, diventa difficile progredire e ottenere i risultati più profondi. Se però una persona non può, o per qualche ragione non vuole cercare un insegnante o una vera e propria Scuola, dovrebbe comunque provarci anche da solo.
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Per capire di più sulla meditazione, consigliamo la lettura dei seguenti libri, scritti da Andrea Di Terlizzi e Antonella Spotti: