Coronavirus e il nostro futuro

Si stanno spendendo fiumi di parole per questo nuovo (non unico) attacco alla nostra salute. Quanto è utile (o dannoso) discutere continuamente su qualcosa rispetto cui non abbiamo alcuna possibilità d’interazione? Soprattutto, per quale ragione si parla poco o niente di ciò che riguarda la nostra condizione mentale ed emozionale?
Di fronte a qualsiasi imprevisto, più o meno minaccioso o pericoloso, una persona reagisce in proporzione alla propria consapevolezza e capacità di governare sé stessa, di prendersi cura di chi è più debole e – di conseguenza – di agire con minore o maggiore saggezza.
Questo vale per un solo individuo o per un milione di persone e determina le risposte di un popolo e di una società, di fronte a qualsiasi emergenza. Ma un’intera società non è altro che un insieme di singoli individui. Operare sulle leggi sociali, emanare decreti d’urgenza, agire promuovendo nuove regole, non modifica di un solo atomo la consapevolezza personale di ognuno.
Questa consapevolezza individuale non può essere inculcata da un governo qualsiasi ma deve essere una conquista personale.

La vera forza è nella Mente!

Questa mente, che può e deve governare le emozioni, va educata e allenata. Però, così come una mano non può afferrare sé stessa, il pensiero non può essere portato in equilibrio attraverso il pensiero medesimo, perché la mente crea la certezza e il dubbio, il coraggio e la paura, il positivo e il negativo. Oscilla sempre e basta una qualsiasi notizia per spingerla in una nuova direzione. Occorrono strumenti pratici e diretti, capaci di incidere sul sistema nervoso, sulle aree consce e inconsce, sulla sfera emozionale, sulla parte razionale e su quella intuitiva.
La consapevolezza individuale è l’unico mattone su cui possiamo costruire una società. Ma la consapevolezza non può nascere da sola. Senza un lavoro individuale e volontario, è richiesto un percorso di secoli e secoli.
Il mondo si trova nella condizione di aspettare tanto?
Può aspettare ognuno di noi, e ogni giovane di questa epoca?
Direi proprio di no.

Tutte le persone vogliono la serenità e nessuno ama vivere nella costante preoccupazione; eppure, tutto ciò che è negativo affolla le nostre menti e riempie le pagine dei giornali. Da un lato si vive come se il domani dovesse necessariamente essere uguale all’oggi e, dall’altro, ci si ubriaca di pettegolezzi, notizie deprimenti e immagini di future disgrazie, come fosse un nutrimento di cui non si può fare a meno.
Noi viviamo in un mondo pericoloso. Non esiste nessuna certezza. Non è mai esistita, nemmeno nelle epoche passate. Per nessuno. Oggi, però, con l’attuale avanzamento scientifico e le condizioni globali del pianeta, occorre una maggiore vigilanza.

Sul Coronavirus (su questa variante) è stato detto di tutto e il contrario di tutto. L’unica vera certezza è che noi non riceviamo mai informazioni complete e reali. Su nulla. Il grande circo mediatico deve andare avanti, come uno spettacolo che assolve ai suoi compiti in base a una regia che cambia di volta in volta.
Questo è il presente; ma cosa accadrebbe se si diffondesse qualcosa di più pericoloso? Quante persone sarebbero pronte a fronteggiare una potente e grave crisi economica, o il blackout di tutta la rete di comunicazione, o un evento naturale catastrofico?

Da anni ci dedichiamo all’insegnamento e alla comunicazione di strumenti pratici e potenti per ottenere il governo di mente ed emozioni, e per incrementare le capacità dell’organismo di far fronte alle aggressioni esterne. La vita, la nostra vita, deve primariamente essere governata da noi stessi, da ognuno di noi, quali siano le condizioni esterne, locali o mondiali.
Le emozioni devono essere sotto il nostro governo, così come la mente e il corpo. Non possiamo vivere nella speranza che le cose vadano bene, ma nella serena consapevolezza di possedere gli strumenti interiori che ci consentano di far fronte a qualsiasi emergenza; per noi, per coloro che amiamo e per le persone più deboli.

Fiumi di retorica sono spesi da tutte le categorie, nella scarsa consapevolezza della più elementare fra tutte le realtà: l’essere umano non può governare sé stesso attraverso le sole idee, altrimenti duemila anni di propaganda sull’amore cristiano avrebbero già cambiato quantomeno la società occidentale.
Occorre una conoscenza concreta su come ottenere il governo di mente ed emozioni, seguita dalla diffusione e dall’applicazione di tale conoscenza.
Nello sforzo incessante – da anni e anni – di comunicare questa conoscenza, ci rendiamo conto di quanto poco servano le varie forme di consolazione e di quanto sia urgente un’azione concreta da parte di tante persone.
Molte di queste conoscenze pratiche sono state trasformate in sciocche mode prive di ogni valore, che fanno giustamente sorridere le persone più intelligenti. È ora di riportarle alla luce in modo serio, perché non esiste un tempo infinito davanti a noi, nemmeno per i più giovani.

Oggi il Coronavirus ha gettato nel panico molte persone.
E domani?
L’occidentale medio è diventato debole, egoista e viziato. Occorre ritrovare in sé stessi una dignità e uno spirito guerriero. Non come propensione allo scontro; al contrario, nobilmente votato a quella stabilità mentale ed emozionale che può aiutare gli altri, rimanendo saldi in qualsiasi situazione.
Ciò che ancora non è stato pienamente compreso è questo: tecniche antiche come la Meditazione e lo Yoga (quello vero) non sono attività cui avvicinarsi in modo annoiato, o per mettere qualche cerotto sui nostri problemi, ma armi potentissime che possono renderci forti, stabili, più lucidi e meno influenzabili. Provengono dal passato e sono il nostro futuro.

Quanto è importante discutere sulla reale pericolosità di questo nuovo ceppo virale? Su come si sia diffuso? Se sia una mutazione naturale o indotta? Tutto molto interessante ma… certamente secondario a noi stessi, alla nostra capacità di reagire e al nostro equilibrio.
Questa capacità dovrebbe essere argomento di discussione, insegnata e promossa! Per il presente e per il futuro.
Ci si preoccupa tanto delle scuole chiuse! Certo, la cultura è importante (ce ne fosse di più), ma a quanto pare si ritiene secondario trasmettere ai giovani qualcosa di ancora più rilevante, che riguarda la capacità di conoscersi e autogestirsi in ogni circostanza.
Beh… allora… che siano i giovani stessi a preoccuparsi di questo!
Che ognuno di noi agisca a partire da sé stesso e per coloro che ama, perché non è diventando dipendenti dalle medicine o dalle regole che un individuo o una società si rendono più forti, ma ritrovando il pieno e dignitoso governo consapevole di ciò che siamo come esseri umani.
I mezzi esistono.
Apprenderli e usarli è solo una scelta personale.

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