Immagina di essere accanto a un camino, mentre parliamo di una tradizione antica e affascinante che intreccia il sacro con ogni aspetto della vita: il tantrismo. E non parliamo solo di una pratica spirituale qualunque, ma di un viaggio che ci porta nel cuore delle montagne del Kashmir, dove il pensiero filosofico si è elevato a poesia divina. La via del Tantra.
LE ORIGINI DEL TANTRA
Il tantrismo affonda le sue radici in tempi antichi. La parola stessa, “tantra”, significa “trama” o “telaio”e indica l’insieme di ogni filo dell’esistenza, unendo ciò che spesso vediamo come separato. Le sue origini risalgono al V secolo d.C., anche se qualche traccia la possiamo trovare già nei Veda, i testi più antichi dell’India. Il termine Shaivismo corrisponde al più comune Shivaismo, ma è principalmente utilizzato a livello accademico. Entrambi i termini hanno lo stesso significato, ossia un percorso fondato sugli insegnamenti di Shiva.
All’epoca, il tantrismo si sviluppò come una sorta di critica agli insegnamenti vedici. Invece di rinunciare al mondo, come facevano molti asceti, questa tradizione celebrava il corpo, la mente e tutto ciò che ci circonda, come parte di un unico grande disegno spirituale. Presto influenzò anche altre tradizioni religiose come il Buddhismo e l’Induismo, dando vita a una straordinaria varietà di pratiche.
In realtà, al di là delle tracce storiche, il tantrismo è la via più vicina agli insegnamenti preesistenti alla storia conosciuta. Di questo Andrea Di Terlizzi e Antonella Spotti hanno già fatto numerosi accenni nei loro testi.
I PRINCIPI FILOSOFICI DELLO SHAIVISMO
E qui arriviamo a parlare dello Shaivismo del Kashmir, una perla rara del tantrismo. Siamo nel nord dell’India, tra il IX e il XII secolo. Qui, filosofi e mistici svilupparono un sistema che, in poche parole, si basava su di un concetto che negava il dualismo e che può essere espresso in un semplice quanto potente assioma: “Tutto è divino”. Non c’è separazione tra te, me, il mondo e il divino. È tutto parte della stessa coscienza universale simboleggiata da Śiva.
I CINQUE PRINCIPI FONDAMENTALI
- Non-dualismo assoluto: non c’è divisione tra il sacro e il profano. Sei già parte del divino, anche se non te ne rendi conto. Il Kashmir Shaivismo si fonda sull’idea che non esista una separazione reale tra l’individuo (jiva) e il divino (Śiva).
Śiva è la coscienza suprema, l’essenza universale da cui tutto emerge, e Śakti, la sua energia creativa, è inseparabile da lui. Questo significa che ogni cosa, ogni persona, ogni esperienza è un aspetto della coscienza divina. Non c’è un “io” distinto da “Dio”; il nostro scopo è riconoscere questa unità nascosta dietro l’apparente molteplicità.
È un’idea che rompe con la tradizione dualistica vedica (che separa il sacro dal profano) e suggerisce che tutto, persino le azioni quotidiane, possono essere vissute come sacre. - Spanda (Vibrazione): L’universo intero è una danza di energia, una pulsazione costante che collega ogni cosa. Spanda significa “movimento” o “vibrazione”, ma non è inteso come un fenomeno fisico. È il principio dinamico della realtà: la coscienza suprema, pur essendo immutabile nella sua essenza, pulsa costantemente per manifestare l’universo.
La danza della creazione: questa vibrazione è ciò che dà origine al mondo materiale e alle esperienze. Non è separata dal divino, ma è la sua espressione.
Analogie cosmiche: immagina una calma superficie d’acqua che, vibrando, genera onde. La realtà visibile è come quelle onde, ma la loro fonte resta sempre l’acqua immobile: la coscienza.
Pratica meditativa: coltivare la consapevolezza dello Spanda aiuta a percepire la vibrazione sacra in ogni aspetto della vita. - Pratyabhijñā (Riconoscimento): la liberazione non è qualcosa da raggiungere, ma da ricordare. È già dentro di te. Questo principio è il cuore dello Shaivismo. Significa “riconoscere” o “ricordare” la nostra natura divina intrinseca.
Il velo dell’illusione (Māyā): secondo lo Shaivismo, dimentichiamo la nostra identità divina perché la coscienza è velata dall’illusione della dualità. Il mondo materiale, i sensi e l’ego sembrano separarci da Śiva, ma in realtà ne siamo una manifestazione.
L’obiettivo del percorso spirituale: il risveglio spirituale avviene quando riconosciamo che siamo già uno con Śiva. Questo non richiede l’abbandono del mondo, ma una nuova comprensione di esso.
Riconoscimento spontaneo: il tantrismo non implica necessariamente un processo graduale; spesso si parla di un’improvvisa intuizione o illuminazione che dissolve il senso di separazione. Questo aspetto è stato spesso male interpretato. Non significa che dal nulla si possa improvvisamente attingere alla realtà suprema. Se così fosse, in questa via non esisterebbero tecniche e procedimenti meditativi. Significa che sempre, in ogni momento, può aprirsi un improvviso spaccato che illumina ogni aspetto della vita come manifestazione di una realtà superiore. - La centralità del corpo: il corpo non è un ostacolo, ma un tempio sacro. Ogni gesto può essere un atto spirituale. A differenza di altre tradizioni indiane che considerano il corpo un ostacolo, lo Shaivismo lo vede come un veicolo sacro per l’esperienza del divino.
Il corpo come tempio: ogni cellula, ogni respiro, ogni sensazione è una manifestazione di Śiva. Il corpo è considerato una micro-manifestazione del cosmo.
Le pratiche integrate: le tecniche tantriche, come la meditazione sul respiro (prāṇāyāma) o i rituali, sono progettate per risvegliare l’energia divina che risiede nel corpo.
Estetica della vita: anche gli atti quotidiani – mangiare, camminare, parlare – possono diventare spirituali, se vissuti con consapevolezza. - Śakti (Energia divina): l’energia creativa è inseparabile dalla coscienza. È la forza che fa muovere tutto. Śakti è la potenza creativa e dinamica di Śiva. Se Śiva è la coscienza statica e trascendente, Śakti è ciò che la rende dinamica e immanente, dando origine all’universo.
Unione inseparabile: Śakti non è separata da Śiva; è come il calore per il fuoco o il movimento delle onde per l’acqua. Questo legame sottolinea che il principio maschile e quello femminile sono una cosa sola.
La Madre Cosmica: Śakti è spesso venerata come una divinità femminile, simbolo della creazione, distruzione e trasformazione.
Energia individuale: all’interno del corpo umano, Śakti è rappresentata da un’energia potente, che rimane latente e può essere attivata attraverso pratiche specifiche. Il suo risveglio equivale alla sperimentazione del divino in tutte le sfere di coscienza.
I TESTI FONDAMENTALI DELLO SHAIVISMO
Per chi desidera approfondire questa tradizione, esistono alcuni testi fondamentali che rappresentano mappe per l’esplorazione di questo vasto universo.
Dobbiamo però precisare che si tratta di testi di difficile comprensione. La traduzione di queste opere non ne svela necessariamente i contenuti. Gli stessi commentari sono spesso complessi e astrusi.
In realtà il Tantrismo è un sentiero da percorrere attraverso la guida diretta di un maestro, piuttosto che materia di studio analitico e speculazione intellettuale.
- Śiva Sūtra: un testo breve, ma potentissimo, che spiega i principi fondamentali dello Shaivismo. È una sorta di bussola per la coscienza. Scopri: Śiva Sūtra
- Spanda Kārikā: qui si parla della vibrazione divina, quella danza sottile che anima l’universo intero. Approfondisci: Spanda Karika
- Vijñāna Bhairava Tantra: questo è un gioiello. Offre 112 tecniche di meditazione per riscoprire la propria natura divina. Leggi di più: Vijnana Bhairava Tantra
- Tantrāloka di Abhinavagupta: una vera enciclopedia dello Shaivismo, scritta da uno dei suoi più grandi maestri. Scopri di più: Tantraloka
LA PRATICA DEL TANTRISMO KASHMIRO
Cosa significa praticare il Tantrismo? Non è qualcosa di astratto. È un modo di vivere che integra il sacro nella vita quotidiana. Il corpo delle pratiche tantriche è estremamente vasto, con differenziazioni secondo le scuole. I cinque aspetti sotto riportati ne rappresentano una sintesi semplificata.
- Meditazione: Con questa definizione sono raggruppati molti metodi diversi che mirano al raggiungimento di uno stato di trascendenza attraverso sitemi di interiorizzazione e contemplazione.
- Tecniche di attivazione energetica: sono quell’insieme di procedimenti che usando la concentrazione (dharana), il corpo (yoga) e il respiro (pranayama), mirano al controllo dell’energia nel corpo e nella sfera sottile.
- Tecniche di trasformazione degli atti quotidiani: questo è un complesso corpo di procedimenti che usa tutto ciò che nel quotidiano si può sperimentare, trasformandolo in occasione di trascendenza attraverso tecniche specifiche.
- Mantra e suono: anche questo è un aspetto rilevante dei procedimenti tantrici. Oltre ad un uso consapevole di vocalizzazioni e ripetizioni mentali di mantra e formule, esiste un vasto repertorio di procedimenti che usano la musica e i suoni naturali (esterni o interni) per generare stati di meditazione e trascendenza.
- Rituali: non come obblighi religiosi, ma come atti magici per penetrare stati di coscienza e dimensioni trascendenti. I rituali tantrici vanno interpretati come azioni consapevoli per entrare in contatto con forze interne ed esterne allo yogi e alla yogini.
Lo Shaivismo ci invita a vivere l’esperienza umana come sacra. Non si tratta di fuggire dal mondo o dai desideri, ma di usarli come porte per il divino. La pratica non è un allontanamento, ma un risveglio alla realtà che già è.
Ogni esperienza, dalla gioia al dolore, può essere vista come una manifestazione di Śiva.
La meditazione e e tutte le tecniche usate aiutano a riconoscere la vibrazione divina (Spanda) in tutto ciò che ci circonda.
L’obiettivo finale non è raggiungere qualcosa di nuovo, ma ricordare ciò che siamo: pura coscienza.
Il tantrismo, e in particolare lo Shaivismo, ci invita a vedere il divino non come qualcosa di lontano, ma come parte di ogni istante della nostra vita. È una tradizione che celebra la totalità dell’essere, e ti abbraccia esattamente per come sei.