UNA NUOVA VISIONE DELLA MEDITAZIONE
Con questo articolo iniziamo una nuova rubrica dedicata alle basi della Meditazione, spiegata semplicemente e in modo pratico.
Faremo qualche incursione nella storia e nella geografia di questa Tradizione, ma sostanzialmente cercheremo di mantenerci sul concreto, anche per correggere le tante notizie superficiali e spesso errate, che circolano un po’ ovunque.
Cos’è la Meditazione, ovvero il “concetto” di Meditazione
Iniziamo spiegando meglio il concetto stesso di Meditazione.
Il termine proviene dal latino meditatio, che significa riflessione (intesa come attività del pensiero in relazione a un oggetto); ad esempio, meditare sull’argomento di un libro, significa porre l’attenzione del pensiero sui concetti trattati.
Le tecniche di introspezione, come sono intese in Oriente, sono esattamente il contrario, perché richiedono un momentaneo distacco dal pensiero volontario.
Usare il termine “meditazione” sarebbe quindi errato dal punto di vista linguistico, ma esso è penetrato così profondamente nel tessuto del linguaggio comune, da suggerirci di non cambiarlo.
Da un punto di vista più oggettivo, la Meditazione è uno stato di coscienza e non un procedimento.
I procedimenti che possono favorire questo stato di coscienza differiscono in base al percorso storico-sociale di un popolo, ma non devono essere identificati con lo stato di coscienza in sé, che rappresenta invece una condizione “psichica”.
Questa pratica contempla molti differenti procedimenti, talvolta associati alle religioni orientali; ma, come vedremo, la sua essenza prescinde dalle varie culture religiose.
Quando è appresa correttamente, può veramente cambiare in meglio la nostra vita.
Per imparare questa antica disciplina, bene e ottenendo i migliori risultati, la scelta dell’insegnante è la cosa più importante.
Se desideri approfondire ulteriormente il tema della Meditazione, ti suggeriamo un testo, completo e di facile lettura: “La meditazione”.
Le origini della Meditazione
Questa disciplina è talmente antica da non poterne tentare una realistica collocazione storica e temporale.
È uso considerare l’India come il continente in cui l’insieme delle scienze introspettive e contemplative si è più ampiamente sviluppata.
I testi filosofici che ne parlano sono fatti risalire dai 5000 ai 12000 anni prima di Cristo, ma la realtà è che non esistono dati certi.
Questa pratica si è sviluppata in modo particolare all’interno dello Yoga indiano, per poi diffondersi in tutto l’Oriente sotto molteplici forme.
Quasi ogni cultura ha espresso tecniche introspettive, ma la Meditazione in sé prescinde da una specifiche cultura.
Per questa ragione, quando si parla di “meditazione tibetana”, “yoga”, “zen”, “vipassana”, “tantrica”, o quant’altro, si fa riferimento a una più precisa tradizione che, per ragioni storiche, in una data zona ha sviluppato metodi e tecniche peculiari.
Analogamente, ogni popolo ha un suo modo di cucinare il cibo, strettamente legato alle abitudini e alle caratteristiche dell’ambiente, ma la scienza della cucina esiste a prescindere da ogni tradizione culinaria.
Meditazione e concezioni religiose
Quando tale pratica è inserita, affiancata, o proveniente da una tradizione religiosa di un popolo, è normalmente rivestita dalle caratteristiche di quella specifica cultura religiosa: si parla quindi di “meditazione buddhista”, “meditazione induista”, e così via.
Questa però è un’appropriazione indebita.
È come se parlassimo di un “cielo induista”, un “cielo musulmano”, o “un cielo cristiano”, riferendoci al modo in cui i popoli appartenenti a queste religioni guardano, concepiscono e identificano, in termini simbolico-religiosi, la porzione di cielo che osservano.
La realtà è che il cielo, a prescindere da come è guardato, rimane sempre e comunque ciò che è, ben distinto nella sua natura da qualsiasi credenza.
La Meditazione, intesa come pratica e come stato di coscienza, di per sé non ha relazione con determinate credenze o specifiche religioni.
Non le esclude necessariamente, ma con riferimento alla Meditazione pura, esse non hanno particolare rilevanza.
Questo metodo di introspezione contemplativa è patrimonio di tutta l’umanità
Ciò significa che si tratta di una Scienza Interiore che può essere appresa e sperimentata da chiunque, a prescindere dal credo religioso o dal più completo agnosticismo.
Capire questo è rilevante, perché per imparare questo straordinario processo d’indagine interiore, non è assolutamente necessario aderire a una forma di religiosità orientale od occidentale.
Le basi della meditazione per praticare bene
La primissima cosa da conoscere è che il termine Meditazione indica una vasta gamma di procedimenti, differenti in base ai luoghi e alle epoche in cui si sono diffusi, con variabili talmente rilevanti da non poter essere assolutamente considerate nello stesso modo.
In parte, queste differenze, che talvolta generano confusione, sono dovute anche alla superficialità con cui, nell’epoca moderna, si parla dell’argomento.
Da quando la Meditazione è diventata una nuova “moda”, e frequente oggetto di mero business, si è persa molto la serietà e la competenza nella comunicazione di ciò che la riguarda.
Nei prossimi articoli spiegheremo nel dettaglio i vari aspetti di questa Disciplina Interiore. Al momento ricordiamo solo alcuni punti importanti.
- La giusta posizione è fondamentale per molte ragioni, ma occorre elasticità mentale. Chi non riesce ad assumerla, può tranquillamente sedersi su una sedia.
- La schiena deve essere ben eretta e non curva. Ma… attenzione, si devono assolutamente evitare tensioni muscolari.
- Nelle basi della meditazione la respirazione è molto importante. Se non si conosce ancora un metodo specifico di respirazione, è sufficiente osservare il respiro naturale.
- La regolarità nella pratica ci aiuta a penetrare stati di profonda concentrazione. Però, evitiamo entusiasmi che portano ad eccessi, altrimenti smetteremo presto.
- Generare un ambiente accogliente e confortevole è utile, soprattutto all’inizio. Sebbene la Meditazione richieda concentrazione in se stessi, può aiutare un sottofondo sonoro che non disturbi.
- Quando si pratica, è utile scegliere il momento migliore per noi.
Questi momenti possono cambiare nell’arco dell’anno e in base agli impegni; tuttavia è consigliabile dedicare poco tempo tutti i giorni piuttosto che molto tempo saltuariamente.
Falsi percorsi e marketing spirituale
Oggi la Meditazione è spesso proposta per rilassarsi, ottenere un po’ di pace, vincere lo stress.
È vero che questa antica disciplina ha una grande influenza sul sistema nervoso e sulle generali condizioni psicofisiche, ma i procedimenti meditativi nascono per scopi più profondi:
- Espandere il potenziale mentale;
- Crescere nella consapevolezza quotidiana;
- Ottenere una maggiore conoscenza di se stessi;
- Raggiungere il controllo della mente meccanica e delle emozioni.
Questi risultati, incluso ciò che possiamo definire “spirituale”, si ottengono solo con un Insegnamento serio.
Dobbiamo evitare di cadere nella trappola di quel genere di marketing che attrae le persone verso contenuti privi di consistenza.
Un fatto da tenere in considerazione, soprattutto per le basi della meditazione, riguarda l’enorme mole di sistemi – più o meno interessanti – che negli ultimi decenni sono approdati al grande pubblico come forme di meditazione, ma che hanno poca relazione con essa.
Molte tradizioni orientali sono state saccheggiate a piene mani da un Occidente interessato principalmente al ricavo economico, derivato dallo sfruttamento della richiesta crescente di procedimenti che aiutino a trovare un individuale centro stabile, soprattutto nel contesto di una crescente incertezza sociale.
Anche numerosi orientali, dagli anni sessanta a oggi, hanno spesso sfruttato il bisogno in aumento di una spiritualità libera, migrando in “massa” in Europa e in America e presentando versioni di una tradizione millenaria in formato tascabile, con il risultato di confondere molte persone su cosa sia realmente la cultura introspettiva e spirituale dell’Oriente.
È importante considerare che la vera Meditazione è un procedimento che mal si adatta al marketing moderno: non ha nulla a che vedere con la recitazione di qualche mantra o con l’immaginazione.
La meditazione è un procedimento estremamente raffinato, che va realizzato attraverso tappe precise.
Usarla come un “cerotto”, per compensare gli squilibri psicologici tipici di questa epoca, è decisamente sbagliato e soprattutto rischia di farci perdere una grande opportunità.
Per chi è all’inizio della sua esperienza, suggeriamo di prestare attenzione a questi 5 consigli.
- Non praticare di fretta. Se in un dato momento hai poco tempo a disposizione, attedi un momento migliore.
- Spegnere sempre il telefono. Salvo condizioni straordinarie, si, puoi farlo. Possiamo liberarci del telefono per una mezz’ora.
- Evitare gli ambienti rumorosi. Forse non è sempre possibile, ma se e quando puoi, scegli di praticare nella condizione di maggiore silenzio.
- Non praticare in caso di grande stanchezza. A volte la stanchezza aiuta a calmare la mente, ma troppa stanchezza impedisce una buona concentrazione.
- Non affidarti a insegnanti poco esperti. Come vedremo nel paragrafo seguente, questo è davvero importante.
L’importanza dell’insegnante nella meditazione
Innanzitutto, chiunque voglia accostarsi alla Meditazione, deve sapere che non basta aderire ad una tradizione qualsiasi, ma è molto importante l’insegnante.
Chi ha un rubinetto che perde sa di doversi rivolgere alla categoria degli idraulici, ma poi i costi di riparazione e il fatto che il lavoro sia svolto a regola d’arte, dipendono dall’idraulico che viene a casa nostra.
Così è per la Meditazione o per lo Yoga: si deve cercare di capire quale sia il livello di competenza di chi insegna queste discipline.
Nella Meditazione i diplomi o le pubblicità patinate servono a poco e nulla.
L’insegnante deve essere qualcuno che ha una grande esperienza di pratica e che possiede le qualità umane idonee a seguire le persone con rispetto e attenzione.
Naturalmente, nessuno ha la sfera magica per capire in anticipo a chi si rivolge e, per questo, il nostro consiglio è quello di valutare prima di tutto ciò che una scuola o un insegnante hanno pubblicato, come parlano e come si presentano.
Dopo aver osservato con attenzione, si deve seguire il proprio istinto e sperimentare; solo in seguito si potrà capire se la scelta è stata quella giusta, rispetto a ciò che stiamo cercando.
Per questa ragione, nella nostra Scuola di Meditazione, di Yoga e di Ricerca Interiore, suggeriamo sempre di fare una lezione di prova gratuita, perché non esiste nulla di meglio che toccare con mano e percepire direttamente la qualità dell’Insegnamento.
È importante anche capire che essere tibetani, indiani, giapponesi, o quant’altro, non garantisce minimamente il fatto di avere realizzato la natura profonda di se stessi e della Realtà.
Chi segue una tradizione qualsiasi, quindi, deve stare attento a non farsi ingannare da tutto il corollario, cercando invece di capire il grado di profondità e umanità raggiunto da chi si pone come insegnante.
In questo caso è veramente fondante l’antico detto: “L’abito non fa il monaco”.
CAMBIARE LA VITA IN MEGLIO
La Meditazione può letteralmente cambiare in meglio la vita di una persona, sviluppando capacità percettive e introspettive totalmente al di fuori della portata comune.
È qualcosa che chiunque può imparare.
VI SONO OTTO BENEFICI CHE OGNUNO PUO’ OTTENERE ATTRAVERSO UNA PRATICA REGOLARE E BEN GUIDATA:
- Miglioramento delle condizioni generali di salute e del sistema nervoso;
- Aumentata capacità di concentrazione in tutte le attività;
- Miglioramento del riposo notturno;
- Maggior controllo degli stati emotivi indesiderati;
- Minor perdita di energia nel corso della giornata;
- Capacità di rigenerazione dallo stress;
- Accrescimento delle capacità empatiche;
- Contatto con la parte spirituale di se stessi.
La cosa più importante, però, è quella di non accostarsi a questa antica Scienza con la visione “usa e getta” tipica dell’epoca moderna.
Bisogna praticare con pazienza e cura per se stessi.
Si tratta di dedicare un vero spazio per la nostra serenità interiore.
È UN VERO E PROPRIO DIRITTO, CHE POSSIAMO IMPARARE A RICONQUISTARE.
Perché il Tempo che dedichiamo a noi stessi, è la nostra vita!
Settimana prossima, nel secondo articolo, inizieremo ad esporre alcuni aspetti pratici su uno specifico genere di Meditazione, parlando in modo particolare della respirazione e del modo in cui va utilizzata nella Pratica.
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