Chi sono?
Qual è la reale natura della vita?
Come coglierne l’essenza?
Domandine semplici semplici!
Poco tempo fa ho perso mia madre. Mesi di grande sofferenza, di totale senso di impotenza nel non poter far nulla per lei, se non un gesto, non acconsentire alla PEG e lasciarla andare.
Un giorno, anni addietro, nel parlare col mio Maestro, Andrea Di Terlizzi, di una mia esperienza vissuta in una sorta di tunnel di luce abbagliante, tra le sue parole, mi disse anche: “…tu sei una di quelle rare persone che potrebbe tenere la mano a uno che sta per morire e accompagnarlo serenamente perché conosci cosa c’è di là”.
Parole forti ma che rimasero in me senza essere comprese pienamente, fino a quel venerdì in cui mi trovai a tenere la mano a mia mamma durante il suo ‘passaggio’ e sì, provavo un’inspiegabile pace.
Fu, certo, un dolore forte, se n’era andata, ci aveva lasciato, ma dentro di me sentivo una profonda serenità, era come se finalmente fosse riuscita a liberarsi da quel corpo oramai troppo sofferente e forse…non se n’era proprio andata, era… “semplicemente’ passata in una nuova dimensione di coscienza”.
Vivere così da vicino quel momento, sentir risuonare così intensamente quelle parole ha ancor di più ridestato in me il desiderio di comprendere di più sulla natura della nostra essenza, della nostra vita, di quel passaggio chiamato morte.
Sappiamo che siamo molto più di un corpo fisico, ma come aprirmi alla possibilità di percepire altro, di penetrare più in profondità ciò che siamo veramente?
Ho ripreso in mano letture, libri, ne ho cercati di nuovi che potessero aiutarmi in questa mia ricerca. Le mie pratiche di yoga, di meditazione, sì, ma questa volta sentivo che potevo fare qualcosa di diverso per avvicinarmi a una percezione e comprensione un po’ più profonda e intensa di me stessa e della realtà. Volevo smettere di usare la mente per cercare risposte alle mie domande e lasciare che fossero i miei sensi a percepire una realtà che normalmente rimane celata.
Semplice!
E invece no.
Ero bloccata.
Ho cercato così ispirazioni ed esperienze che mi aiutassero ad aprirmi, lasciarmi andare al sentire, liberare la mia fantasia da troppo tempo soffocata da paure, condizionamenti, dai tanti devo, non posso, tanto non sono brava abbastanza, e con un pizzico di creatività ho iniziato a giocare col mio corpo, a portare attenzione al più piccolo movimento, a sentire il singolo gesto, abbandonandomi così a percezioni e sensazioni nuove.
Mi sono ritrovata a giocare con un filo di lana che facevo scorrere lentamente tra le dita, dietro il collo, tra le labbra, a sfiorarmi con una delicatissima piuma ascoltando dove quel leggero tocco arrivava, carezze che penetravano, sensazioni che risvegliavano qualcosa di diverso, di molto intimo, di molto più vicino a chi sono Io. Ho assaporato bacche e fili di erbe aromatiche lasciando che il loro sapore esplodesse nella mia bocca. Mi sono abbandonata alla bellezza di paesaggi, quadri, fotografie.
Sono andata alla minuziosa ricerca del mio profumo, quello che più di altri vibrasse dentro di me, riconoscendomi.
Ho lasciato che il mio corpo si esprimesse in movimenti liberi, armonici e consapevoli, senza nascondermi dietro a maschere, vergogne, paure.
Ho esplorato, giocato, e pian piano mi sono trovata a sorridere nello scoprire come in realtà sia tutto più facile, basta iniziare a lasciarsi attraversare senza costrizioni da ciò che incontriamo, può essere qualsiasi cosa, e…. cogliere la meraviglia di saperci stupire!
Sappiamo che ciò che percepiamo della vita non esiste unicamente come realtà oggettiva, molto dipende dalla nostra interpretazione e il nostro stato emotivo dipende da ciò che noi crediamo essere reale. Basta scambiare un bastone ritorto per un serpente e spaventarsene a morte!
Sono i nostri limiti percettivi i veri responsabili delle nostre paure, della nostra sofferenza.
Dobbiamo rimanere desti e saper cogliere l’intensità del momento sospendendo il flusso caotico dei pensieri che ci allontana da ciò che è, e rimanere aperti, pronti a cogliere la più sottile sfumatura, forse là dove proprio si cela qualcosa di diverso.
Raramente siamo svegli e ben centrati nel presente, riceviamo continuamente stimoli dal mondo esterno, siamo continuamente mossi da movimenti meccanici e sopraffatti dalla routine quotidiana.
In quell’attimo invece esiste solo quella sensazione, una sensazione unica e irripetibile nella sua bellezza, ecco la magia!
Questo significa riuscire a portare la pratica della meditazione nella nostra vita quotidiana, con una consapevolezza e attenzione più vigilie e stabile.
Come disse Krishnamurti:
“Cammina lungo la spiaggia e lascia che questa qualità meditativa ti venga incontro. Se lo fai, poi non cercarla. Ciò che cercherai sarà la memoria di ciò che era – e ciò che era è la morte di ciò che è. O quando vagherai fra le colline, lascia che tutto ti parli della bellezza e della pena della vita, e potrai svegliarti al tuo dolore e alla sua cessazione”. [da “La sola rivoluzione” di J.Krishnamurti]
Non so dare risposta alle mie domande ma so che vale la pena vivere alla ricerca di ciò che va oltre quello che i nostri sensi possono cogliere nell’ordinario, vivere alla ricerca di una conoscenza più profonda di ciò che siamo, di cosa vogliamo Essere, del senso che può avere la nostra vita, di un’attenzione e cura diversa alle persone che ci sono accanto.
Possiamo cominciare ora, lasciando andare quei blocchi che, forse, senza neanche accorgercene, ci tengono imprigionati, come me, nelle nostre paure e ci impediscono di aprirci, sviluppare quella più sottile capacità percettiva e… vivere pienamente!
Ringrazio i miei Maestri, Antonella e Andrea, sempre accanto in questo viaggio!
Grazie Laura per le tue parole.
La semplicità e la profondità di ciò che hai scritto mi ha molto colpito.
Quei blocchi, quelle paure… che pesante ed inutile fardello.
A piccoli passi e con piccoli gesti possiamo però provare a liberarcene. I Maestri ci hanno dato gli strumenti. È ora di cominciare ad usarli seriamente.
Un abbraccio
Daniela