Un periodo difficile può trasformarsi in una grande occasione di crescita e comprensione.
Nelle zone in cui i bambini sono a casa da scuola e tutte le attività sono ridotte al minimo, si osserva una strana atmosfera. Una sorta di silenzio e pace sospesa.
Tutto è ovattato, come se avesse appena nevicato.
I timori sono evidenti, ma in alcuni luoghi sono appena sussurrati. Trapelano nelle frasi scambiate fra conoscenti che s’incontrano nelle strade semideserte e che attraverso le parole e un sorriso reciproco cercano di rassicurarsi a vicenda. Talvolta si conoscono da sempre, ma in questo momento “si vedono” di più, con maggiore vicinanza. Hanno condiviso tante volte il caffè al bar del paese, e ora condividono qualcosa di più grande.
Sono sulla stessa barca, come si usa dire. E lo avvertono. Anche nelle zone dove ancora tutto è tranquillo e non ci sono restrizioni, si percepisce comunque un clima di complicità e comprensione del fatto che, molte sicurezze e garanzie, sono evaporate nell’impossibilità di valutare i cambiamenti nei giorni a venire.
Certo, tante altre persone si comportano in modo squilibrato ed eccessivo, ma non sono tutti così. Sono tante le persone capaci di maggiore calma e solidarietà.
Strano modo per diventare consapevoli di condividere la vita e il medesimo pianeta.
In parte sta accadendo proprio questo: una maggiore consapevolezza di essere parte di un grande organismo che è l’Umanità. Ognuno di noi è una cellula e ognuno di noi può fare la differenza, perché siamo tutti connessi. Quello che stiamo vivendo rende palese questo principio che spesso, troppo spesso, è dimenticato (o mai capito).
Speriamo che non sia dimenticato al termine di questa emergenza, perché è tempo di cambiamenti.
Siamo all’interno di un processo in cui ognuno di noi è protagonista; persone forti e fragili allo stesso tempo: nella parte materiale-fisica, come in quella emotiva e psichica. Ognuno di noi può favorire il cambiamento e renderlo positivo, costruttivo e armonico.
Sono giorni in cui per le persone più consapevoli, questi concetti possono passare dalla teoria alla pratica. Viviamo un’esperienza concreta che mette alla prova ciascuno.
Chi da tempo lavora in sé stesso, attraverso una ricerca interiore, può comprendere sul campo cosa effettivamente ha realizzato, sulla gestione delle emozioni e dei pensieri meccanici.
E’ come allenarsi per anni a brandire una spada e improvvisamente trovarsi in battaglia e doverla usare (anche se questa, al di là di tutto ciò che i media promuovono, è una ben piccola battaglia).
Dal comportamento responsabile e consapevole di noi stessi dipende non solo la nostra vita, ma anche quella degli altri, di tutti gli altri. E non si tratta solo di adottare tutte le misure di sicurezza di tipo sanitario, ma soprattutto di mantenere una stabilità emotiva che ci tenga lontani dalla paura (soprattutto da paure immotivate), per essere d’aiuto, soprattutto con l’esempio, a chi è più fragile e cade facilmente in stati di sconforto e preoccupazione.
Può essere utile concentrarsi su attività che ci facciano sentire bene (soprattutto chi deve restare in casa) evitando di riempire la mente in modo ossessivo di notizie relative all’avanzamento della situazione, restando perennemente connessi alla tv e ai social.
E’ importante attuare un’ecologia dei pensieri, evitando di nutrirli sempre con lo stesso argomento. Il vortice del fare-fare-fare- si è allentato, e adesso abbiamo più tempo per noi stessi: usiamolo bene.
Meglio leggere qualche libro che, magari, da qualche tempo abbiamo sul comodino; guardare documentari che ci aiutino a comprendere meglio la storia dell’umanità e la storia di questo pianeta, per diventare più consapevoli di dove siamo, con chi siamo e quale è, o potrebbe essere, il senso della nostra vita. La paura affonda le sue radici nel non sapere, nell’ignoranza.
Conoscere di più di noi stessi, come esseri umani, fa e farà sempre più la differenza.
Per aiutarci in questo è utile fermarsi ed entrare più volte nella giornata con momenti di ascolto e introspezione, attraverso tecniche meditative.
Dobbiamo ricordarci di essere un punto luminoso su una grande rete; rammentarci che attraverso il cuore e la mente possiamo arrivare ovunque e generare pace e calma in noi stessi e negli altri. Voler aiutare è come avvolgere con un caldo abbraccio protettivo e materno l’intero pianeta, a partire da chi incontriamo ogni giorno per strada.